martedì 21 agosto 2012

Rugiada Celestiale


E' questo il nome che Conchita da' a quel particolare tipo di preghiera che è un modo speciale, intimo e intenso di stare con Dio. E non c'è niente di più bello che sentire l'amore del Signore sempre, in ogni momento, sperimentare la sua bontà, toccare con mano il suo perdono e il suo conforto.
Ma andiamo con ordine.
Tutti siamo capaci di pregare: c'è chi lo fa solo in chiesa, chi prima di addormentarsi, chi con parole sue e chi con preghiere preconfezionate. Secondo Sant'Ignazio esistono vari metodi di preghiera e le anime devono scegliere quello che a loro più conviene. Padre Felix ne aveva individuati due:  la lettura meditata e la meditazione affettiva o orazione affettiva. La prima consiste nel leggere lentamente dei brani, fermandosi di volta in volta per pensare più a lungo su ciò che si è letto. E' bene assorbire le idee degli autori ma lasciare che anche il proprio cuore parli e ci sia una riflessione personale, guidata sempre dallo Spirito Santo.
La seconda consiste nell'amare Dio, non è tanto un soffermarsi su riflessioni o pensieri ma parlare con Gesù con molta confidenza, come ad un caro amico, o concentrarsi su Dio anche senza dire nulla.
Ma quello che P. Felix raccomandava più di tutto era uno “spirito di orazione”, cioè un sentimento di preghiera che ci sentiamo dentro fin dal risveglio, sul bus mentre andiamo al lavoro, in palestra, in discoteca!
La premessa è l'amore, un amore costante per il Padre onnipotente che si fa preghiera costante. P .Felix dice di “tener presente Dio, che ci guarda. Parlare con Lui frequentemente” dice anche di prendere “l'abitudine preziosa di riferire tutto a Dio”.
Questo “spirito di orazione” Padre Felix lo chiama “attenzione amorosa a Dio”. Non è l'unico a utilizzare quest'espressione. Infatti compare anche negli scritti di Sant'Agostino, San Giovanni della croce e San Francesco di Sales. Per il Padre fondatore dei Missionari dello Spirito Santo però ci sono delle caratteristiche ben precise: a) è attenzione, come i girasoli che sono sempre rivolti verso il sole così dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei confronti di Dio, b) è amorosa, non fredda o puramente intellettuale ma è un innamoramento di Dio che non ce lo fa mai dimenticare, c) è costante, cioè porsi sotto lo sguardo di Dio fin dal primo momento del giorno, come un innamorato che pensa sempre alla sua amata, vuole stare sempre con lei e non si stanca di guardarla.
Tutto questo può sembrare un po' complicato, serve esercizio, certo, e la grazia dello Spirito Santo, ma quest'unione con Dio così intima fa trovare la gioia al nostro cuore che spesso viene ferito, deluso, amareggiato.
Serve fare le cose che facciamo tutti i giorni, anche le più semplici, con purezza d'intenzioni cioè con amore, parlare con Dio spesso durante la giornata, anche brevemente, ringraziandolo per ciò che ci dona da vivere o condividendo con Lui i nostri dubbi, i nostri dolori, fare qualche piccolo sacrificio, visitare Gesù nel Santissimo Sacramento.
Quest' “attenzione amorosa a Dio” è attiva perchè in parte frutto di un nostro esercizio oltre che della grazia dataci dallo Spirito che abita in noi, ed è possibile se ci sono le condizioni necessarie cioè il raccoglimento. Dio è in noi ma per trovarlo ci vuole silenzio, un silenzio interiore.
L' attenzione amorosa attiva può portare alla pura contemplazione, che in altri termini è quella che P. Felix chiama attenzione amorosa passiva. E' come se non si potesse mai dimenticare Dio, è stare con Lui sentendosi avvolti, abbracciati dalla sua presenza e dal suo amore, senza parole, nemmeno interiori. Ed è una grazia che Lui ci dona.
E' questa la rugiada celestiale di cui parla Conchita che le lascia pace, unione e amore.
A volte basta poco, basta chiedere con convinzione e profonda fiducia, bastano attimi che diventano d'infinito con la grazia del Signore.
 by Cinzia Cella